WisdomTree - Tactical Daily Update - 17.04.2025

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Ieri sono tornate le vendite sulla “tech” Usa: pesa incertezza sui dazi.
Cina pronta a discutere con gli Usa se Trump rinuncia ai toni aggressivi.
Oggi la BCE dovrebbe tagliare di -25 bps: attesa per parole di Lagarde.
Oro ancora sù, col Dollaro Usa debole che conferma minimi 2025.


Il 16 aprile si è chiuso con un recupero per le principali Borse europee, che riescono a terminare la giornata con variazioni contenute, mentre gli occhi degli investitori sono puntati sull’attesa riunione del consiglio direttivo della Banca Centrale Europea di oggi, 17 aprile. L’EuroStoxx50 ha archiviato la giornata in lieve calo, -0,1%, Milano con un brillante +0,62%. Rialzi più moderati per Francoforte (+0,3%) e Madrid (+0,5%), Parigi “piatta”, -0,1%.
Il mercato si aspetta un nuovo taglio dei tassi da parte dell’ECB, per sostenere un’economia poco tonica, anche a causa dell’escalation della guerra commerciale voluta da Trump.
In questo clima teso, un barlume di ottimismo arriva dalla Cina: un portavoce del ministero degli Esteri, tramite le colonne del China Daily, ha aperto alla possibilità di negoziati, ma solo se Washington metterà fine a “pressioni estreme, minacce e ricatti”, optando per un dialogo “basato su uguaglianza, rispetto e mutuo vantaggio”.
Dall’altra parte dell’oceano, quella di ieri è stata una giornata nera per Wall Street, travolta dalle vendite sulla tecnologici: Dow Jones -1,73%, Nasdaq ha -3,04% e S&P500 -2,24%. La causa? Le nuove restrizioni imposte dall’amministrazione Trump sull’export di chip verso la Cina. A pagarne il prezzo più caro sono state Nvidia e Asml, crollate entrambe -10%.
Il settore tech Usa è dunque tornato sotto pressione e i “Magnifici Sette” hanno lasciato sul campo un secco -4%. Tra questi, spiccano Nvidia (-7%) e Tesla (-5%).
Non a caso, il VIX , l’indice della volatilità, anche detto "della paura" – è salito da 30 a 32,6 punti (+9%), pur restando lontano dal picco di 60 punti raggiunto il 4 aprile, in piena bufera.
Nel confronto con gli USA, l’Europa sembra reggere meglio. Gli analisti ritengono che i Big Seven americani continueranno a sottoperformare, mentre Piazza Affari, forte della recente promozione del rating “sovrano” da parte di S&P, frutto della maggiore stabilità politica, potrebbe diventare una destinazione interessante per i portafogli internazionali.
Sul mercato obbligazionario, i rendimenti dei titoli governativi dell’Eurozona sono calati in vista della riunione BCE. Lo spread BTP-Bund ha chiuso a 119 punti base, con il rendimento del BTP benchmark a 3,69% (-4 punti base da 3,73% della vigilia).




Le attese per la BCE sono elevate: si prevede un taglio di 25 bps, che porterebbe il tasso di deposito a 2,25%. Christine Lagarde sarà osservata con attenzione, soprattutto per quanto dirà riguardo la politica monetaria e il recente rafforzamento dell’euro.
Nel frattempo, Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha dichiarato che la banca centrale americana è in attesa di maggiori chiarimenti prima di muoversi sui tassi.
Sul fronte delle materie prime, è il petrolio fa segnare un accenno di recupero: il WTI (riferimento in USA) è salito a 62,44 dollari/barile (+1,8%), spinto dalle nuove sanzioni USA all’export iraniano. Anche il gas naturale europeo è risalito: +3,3%, a 35,5 euro/MWh sul TTF Amsterdam.
Ma il vero protagonista è l’oro, in rally spettacolare: +2,8% ieri, con nuuovo record storico a 3.319 dollari/oncia. Da inizio anno, la performance è +27%, e se anche solo il livello odierno fosse confermato, il 2025 sarebbe l’anno migliore dal 2010.
Sul fronte valutario, il dollaro mostra ancora segni di debolezza. L’euro si rafforza a 1,136 (+0,7%), mentre lo yen quota 142,75 vs dollaro (-0,35%). Il rapporto euro/yen è 162,1 (+0,4%).
Oggi, 17 aprile, Trump ha annunciato “grandi progressi” nei colloqui col Giappone sui dazi. La notizia ha riportato una ventata di ottimismo: i future su Wall Street rimbalzano, +0,7%, mentre le borse europee restano “flat” alle 11:00 CET.
In Asia, segni positivi: Nikkei +0,8%, Hang Seng +1,3% e Hang Seng Tech +2,4%, con Tencent e Alibaba entrambe in crescita del +3%. Il Csi300 cinese è invece leggermente in calo, -0,1%.
Anche Pechino, secondo Bloomberg, avrebbe fatto sapere che è pronta a sedersi al tavolo delle trattative con gli Stati Uniti, ma solo dopo la fine delle dichiarazioni denigratorie da parte americana.
L’indice Bloomberg Commodity si è portato a 102,80 dollari, ai massimi da inizio aprile, grazie soprattutto all’oro e al recupero del petrolio. Il gas naturale europeo resta lontano dai livelli critici di gennaio (60 euro/MWh), attestandosi intorno ai 35,3 euro. L’UE, intanto, sembra aver accantonato l’ipotesi di blocco alle importazioni di GNL russo, frenata dalle resistenze di alcuni governi e dall’incertezza su fonti alternative.
Il Treasury decennale statunitense resta stabile intorno al 4,30% dopo una settimana difficile causata dal timore che grandi detentori come Cina e Giappone possano vendere i titoli USA in chiave ritorsiva. In Italia, il BTP decennale rende il 3,69% con uno spread a 118 punti base.
E grande successo per il nuovo BTP a 7 anni, scadenza 15 luglio 2032 e cedola 3,25%: la domanda avrebbe superato 50 miliardi contro un’offerta di 8. Wow!

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