Wall Street ancora su’: quella strana voglia di “vedere positivo”. ECB: ancora (2?) rialzi tassi sostenuti e ravvicinati, l’inflazione deve scendere! Dati macro europei descrivono crescita nulla, ma non recessione. Altri tagli nelle “big-tech Usa”, ma il Nasdaq crede al rilancio.
Ieri, 23 gennaio, le Borse europee hanno registrato discreti rialzi maturati soprattutto nella parte finale, in parallelo al progressivo recupero di Wall Street: Milano e Londra +0,18%, Francoforte +0,46%, Parigi +0,52%, Madrid +0,28%.
C’e’ un mix di fattori, che dura da inizio anno, a determinare l’ottimismo sui mercati azionari: l'economia dell'Eurozona che sembra resistere meglio delle attese ai danni dell’inflazione e dell’aumento dei tassi d’interesse, la rimozione di molte restrizioni anti-Covid in Cina e la speranze che le Banche centrali, a cominciare da quella Usa (Federal Reserve-FED), possano ammorbidire la loro attitudine restrittiva.
Christine Lagarde, Presidente della Banca centrale europea (ECB) ha ribadito ieri che nel breve termine non ci saranno svolte nell’attuale politica monetaria restrittiva, facendo il paio con le parole pronunciate nei giorni scorsi dal governatore olandese Klaas Knot e dal finlandese Olli Rehn, riguardo al fatto che persistono le motivazioni per "incrementi significativi" del costo del denaro nei prossimi mesi.
“I tassi d'interesse europei devono ancora salire significativamente e a un ritmo costante per raggiungere livelli sufficientemente restrittivi, e restarci per tutto il tempo necessario ad assicurare un veloce ritorno dell'inflazione all’obiettivo del 2%".
Ieri, per Wall Street, un finale spumeggiante, soprattutto per il Nasdaq, che e’ salito oltre +2,0%. Lo scenario di una FED piu’ “morbida” si sta facendo largo, suffragato dal calo dei rendimenti dei Treasury (titoli governativi usa) e dal ritorno dell’appetito per il rischio sul comparto azionario: il consenso degli analisti assegna crescente probabilita’ ad un aumento dei tassi di soli 25 bps nel meeting del 1’ febbraio.
Robusti rialzi anche per il Dow Jones, +0,76% e per lo S&P 500, +1,19%: quest’ultimo ha recuperato oltre 12 punti percentuali dal minimo di ottobre e procede iperterrito in questo inizio anno, corroborato anche da risultati del 4’ trimestre 2022 che non deludono, e noncurante del fatto che gli economisti vedono tassi ufficiali target negli Usa sopra il +5%.
Questo trend virtuoso sara’ messo alla prova dal fitto calendario di risultati societari di questa settimana, dal dato del GDP Usa del 4’ trimestre e da quello dell’inflazione PCE (Personal Consumer Expenditure), molto osservata dalla FED.
Ieri, 23 gennaio, il Governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco ha paludito alla prudenza del nuovo Governo, che ha contribuito al contenimento del differenziale di rendimento (spread) tra i BTP decennali italiani e omologhi Bund tedeschi, oggi stabile attorno 180 bps, e a suo dire comprimibile, visti i fondamentali dell’economia.
La crescita 2022 del prodotto interno lordo italiano dovrebbe essere vicina a +4%, superando i livelli “pre-pandemia” di inizio 2020, ma non ancora il “picco storico” del 2008, che peraltro nessuno ricorda come anno straordinario
Ieri sia l'Agenzia Ue per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell'energia (Acer), che l'Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (Esma) hanno dichiarato che la fissazione del tetto al prezzo del gas “europeo” non ha influenzato i prezzi di mercato del metano, scesi per il calo della domanda dovuto all’inverno mite, alle riserve piene, e alla “auto-moderazione” dei consumatori.
Tra i dati macro di oggi, 24 gennaio, brilla il Pmi (Purchasing Managers Index) “composito” dell'Eurozona, tornato sopra la soglia “50” (a 50,2) per la 1’ volta da giugno 2022, segnalando “espansione”.
Quello tedesco, che era tra i piu’ depressi, e’ risalito a 46,4 contro attese di 44,9, ma il sub-indice della manufattura continua a soffrire, scendenda a 47 punti da 47,1. Oltre le attese quello della manifattura francese, passato da 49 a 50,8 punti.
Migliora intanto la fiducia dei consumatori tedeschi, risalita a -33,9 punti a gennaio, da -37,6 di dicembre, mentre scende quella degli imprenditori francesi (a 102 da 103): misteri delle statistiche😊, ma la congiuntira europea, tutto sommato, resiste.
Molte Borse asiatiche sono chiuse per festeggiare il Capodanno lunare, ma Tokyo ha brillato: Nikkei +1,46%: Mumbai (Sensex) e’ rimasta stabile, +0,06%. Quelle europee arrivano incerte a fine mattinata, segnando in media +0,1% (ore 13.30 CET). Privi di direzione anche i futures di Wall Street, dopo il bel rialzo di lunedì 23 guidato dal Nasdaq che ha portato a +6,4% il progresso da inizio anno.
Azioni della tecnologia finalmente pimpanti, verrebbe da dire, guardando al +5% dell'indice Philadelphia Semiconductor: forse gli investitori si stanno convincedo della bonta’ della scelta di molti “managers tech Usa” che tentano di difendere i margini tagliando il personale: ieri, alla lista, si e’ aggiunta Spotify, che fara’ a meno del 6% del suo staff.
Dopo i segnali dicembrini “deflattivi”, calo delle vendite al dettaglio, -1,1% mensile e dei prezzi alla produzione, -0,5%, si spera che il “tightening” della FED si possa addolcire: intanto occhi aperti su diverse “trimestrali di peso”, tra le quali Microsoft e Johnson & Johnson (oggi, 24.01), Tesla, Ibm e Boeing (25.01), Visa, Mastercard e Intel (26.01), Chevron e American Express (27.01).
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