Inflazione e rallentamento della crescita europea frenano le Borse.
I prezzi alla produzione PPI europei salgono oltre il +30% annuale.
Le indagini Pmi cinesi svelano marcato rallentamento di manufattura e servizi.
Nuovo sensibile rialzo dei rendimenti obbligazionari.

Ieri, 5 aprile, le Borse europee, fatta eccezione per Londra, sono tornate a scendere, spegnendo l’ottimismo della vigilia, quando Wall Street aveva chiuso sui massimi galvanizzata dalla notizia che Elon Musk era diventato il maggior azionista di Twitter (azione +27%).

A fine seduta, le perdite oscillavano dal -1,3% di Parigi al -0,6% di Francoforte: Milano -0,9%, mentre Londra ha spuntato +0,7%. Seduta pesante anche per Wall Street: Dow Jones -0,8%, S&P500 -1,3%, Nasdaq -2,3%.

Sul comparto azionario europeo ed americano pesavano le dichiarazioni di Lael Brainard, membro del Direttivo della FED (Banca Centrale Usa). Secondo la Signora Brainard l'inflazione è troppo alta e l’azione della Fed deve essere più forte sia nel ritmo di rialzo dei tassi che nel decumulo di assets acquistati negli ultimi 2 anni dalla banca centrale col “quantitative easing” e che sfiorano i 9 triliardi di Dollari.

La politica monetaria Usa deve virare verso una "posizione più neutrale" nel giro di pochi mesi, ad un ritmo "notevolmente più rapido” di quello tenuto nel “quantitative tightening” del periodo 2017-2019.

L’attenzione degli investitori resta focalizzata sull’evoluzione della situazione militare ed umanitaria in Ucraina. I bombardamenti russi si concentrano nella regione del Donbass e nella fascia costiera sul mare di Azov e Nero, dove prosegue il tragico assedio di Mariupol e cresce il rischio di un attacco via mare e terra di Odessa.

L’Unione Europea, intanto, prepara il quinto pacchetto di sanzioni contro la Russia, basato su sei aree di intervento, ed anticipato ieri dalla Presidente Von der Leyen: e’ finalmente interessato anche il comparto energetico, con lo stop totale all'import di carbone (valore Euro 4 miliardi) e quello all'export verso la Russia, soprattutto di tecnologia, per 10 miliardi. Ampliata anche la lista di persone ed imprese sanzionate.

Secondo il Ministro delle Finanze francese Bruno Le Maire, Presidenza di turno dell'Unione Europea, le sanzioni sull’import di energia sono destinate a crescere secondo modalita’ e calendario che dipenderanno dall’evoluzione del conflitto e, come confermato anche da Von der Leyen, potranno riguardare il petrolio.

L’elettorato europeo sembra svoltare svoltare a destra, e dopo la trionfale rielezione del Presidente ungherese Orban e di quello serbo Vucic, i sondaggi francesi sulle imminenti elezioni presidenziali danno crescente probabilita’ al ballottaggio tra il Presidente uscente Macron e la sfidante Marine Le Pen (Front National): il vantaggio del primo, nelle intenzioni di voto, si assottiglia al 53%.

Il drammatico conflitto in Ucraina incide in maniera ancora ridotta sulle indagini congiunturali europee: quella PMI (Purchasing Managers Index) indica cali ridotti in Spagna (53,4 dal 56,6 di febbario) ed in Italia (52,1 da 52,8). Addirittura al rialzo, rispetto alla prima lettura, la revisione di quella tedesca, 56,1 da 55,0.

Inflazione galoppante: nel perimetro OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) a febbraio e’ cresciuta al +7,7% su base annua (da + 7,2%), massimo degli ultimi 30 anni. A marzo peggiorera’ ulteriormente.

Il comparto energetico ha reagito composto allo scenario di nuove sanzioni all’export russo: ieri il prezzo del WTI (greggio di riferimento Usa) e’ rimasto stabile ed oggi, 6 aprile, risale +1,3% a 103,4 Dollari/barile. Maggior tensione per quello del gas naturale, +3,6% a 110,5 Euro/megawattora e quello del carbone Coke europeo, oltre +3% vicino 270 Dollari/tonnellata.

Sul mercato valutario si rafforza il Dollaro Usa, e con l’1,09 del cross Dollaro/Euro, non siamo lontani dal massimo di 1,0804 del 7 marzo: risente del peggiorato quadro di inflazione e crescita economica europea.

Di nuovo in rialzo i rendimenti dei Governativi Usa ed Europei. Quello del Treasury Usa 10 anni sfiora stamani +2,64% e quello dell’omologo BTP italiano +2,33%, per uno spread col Bund decennale benchmarch che allarga a 166 bps (ore 13.00 CET). I mercati sembrano “fiutare” una nuova accelerata dell’inflazione e ed una svolta piu’ restrittiva dell’ECB (Banca Centrale Europea): attenzione dunque alle minute di giovedì 7.

Stamane, 6 aprile, le Borse asiatiche sono scese: Nikkei giaponese -1,8%, CSI300 dei di Shanghai&Shenzhen -0,5%. I nuovi lockdown in Cina “filtrano” nei dati macro: il Pmi Caixin China Services di marzo é sceso a 42,0 (!!) da 50,2, segnando il crollo piu’ ampio da febbraio 2020. Il PMI Composite di IHS Markit è sceso a 43,9, al minimi degli ultimi due anni.

Hang Seng di Hong Kong -1,4%, Hang Seng Tech -3,3%, Kospi coreano -0,5%, Sensex indiano -0,7% completano il quadro (ore 10.00 CET).

La mattinata europea segna pesanti cali in media -1,9% (ore 13.00 CET), impattata dalla prospettiva di un rallentamento marcato della crescita dell’area Euro: i future di Wall Street sono in ulteriore calo, specie per il Nasdaq, -1,2%.

Il prezzo dell’oro non reagisce al contesto perturbato, ed e’ stabile a 1920 Dollari/oncia (ore 13.00 CET).

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