HBO rivela la vera identità del creatore di Bitcoin
Oggi, martedì 8 ottobre 2024, HBO manderà in onda un documentario che promette di svelare la vera identità di Satoshi Nakamoto, il creatore di Bitcoin.
HBO Documentaries@HBODocs十月 03, 2024In the future of money, who holds the power?
The @HBO Original Documentary #MoneyElectric: The Bitcoin Mystery premieres October 8 on @StreamOnMax. pic.twitter.com/3gEwTqYaAq
Il documentario verrà trasmesso alle 21 ora della costa Est degli USA, quindi alle 3 di mercoledì 9 ottobre ora del centro Europa (CET), su Max, il servizio in streaming di HBO.
HBO: la vera identità del creatore di Bitcoin
Il protocollo Bitcoin è stato reso pubblico il 31 ottobre 2008 da un certo Satoshi Nakamoto. Nakamoto ha poi creato e pubblicato il primo software di Bitcoin, ed è anche stato il primo a minare blocchi della blockchain di Bitcoin, a partire dal 3 gennaio 2009.
Satoshi Nakamoto però è uno pseudonimo, e della sua vera identità da allora non se ne sa nulla.
Nel corso degli anni sono state avanzate molte ipotesi, ma fino ad ora nessuna ha raccolto prove sufficienti per poter essere considerata corretta.
Nakamoto ha volutamente evitato di far conoscere la sua vera identità, e lo ha fatto così bene che probabilmente nemmeno i suoi più stretti collaboratori la conoscono.
A dire il vero suona un po’ strano che, a così tanti anni di distanza, qualcuno sia riuscito finalmente a scoprirla, anche perchè Satoshi è completamente scomparso nel 2011 senza lasciare alcuna traccia di sè.
Il documentario di HBO sull’identità del creatore di Bitcoin
Il documentario di HBO che promette di rivelare informazioni importanti riguardo la vera identità del creatore di Bitcoin si intitola “Money Electric: The Bitcoin Mystery“, ed è stato girato da Cullen Hoback.
Hoback è un documentarista statunitense già candidato agli Emmy, e famoso soprattutto per aver diretto e prodotto nel 2021 la docuserie “Q: Into the Storm”, con cui ha di fatto smascherato la teoria della cospirazione QAnon.
In totale dal 2003 ha diretto o prodotto ben 11 documentari di inchiesta, con uno stile horror non-fiction con un tono comico.
In particolare nel corso del tempo ha sviluppato interesse nei confronti della libertà di espressione e del controllo delle proprie identità digitali, cosa che probabilmente lo ha portato in contatto con l’ambiente libertario e cypherpunk.
In un recente tweet ha esplicitamente dichiarato che stava rintracciando qualcuno che era scomparso, domandandosi se i suoi follower erano curiosi di sapere chi c’è dietro Bitcoin, ed aggiungendo l’hashtag #Satoshi.
Cullen@CullenHoback十月 03, 2024A few of you might have wondered why I disappeared. Well, I was tracking down someone else who disappeared.
Curious who's behind Bitcoin?#MoneyElectric: The Bitcoin Mystery drops next Tuesday. It's going to be a rollercoaster. #Satoshi https://t.co/2B17FZxkqZ
Il documentario scava nelle origini di Bitcoin e dell’identità del suo creatore, Satoshi Nakamoto, promettendo di rivelare indizi mai visti prima.
La scoperta dell’identità di Satoshi
Tutto ciò ha fatto supporre che nel suo documentario Hoback svelerà dettagli chiave per l’identificazione del creatore di Bitcoin.
Inoltre lo stesso Hoback ha poi confermato esplicitamente che il documentario farà uno specifico nome.
Cullen@CullenHoback十月 04, 2024For all you gamblers out there: I’m not entering this betting pool on #MoneyElectric: The Bitcoin Mystery, but I will confirm—we land on a specific name.https://t.co/DYq5BItlPC
Il documentarista ha anche affermato di aver già inviato il filmato ad alcuni giornalisti, tanto che ad esempio Politico ha già pubblicato un articolo in cui si afferma che nel documentario si sostiene di aver identificato il creatore di Bitcoin.
Politico però sembra sollevare un dubbio sul fatto che la community di Bitcoin possa accettare i risultati che verranno mostrati nel documentario.
D’altronde non si parla di prove, ma di indizi, quindi sebbene il documentario si incentrerà su un nome preciso, sembra improbabile che possa svelare con certezza la vera identità di Satoshi Nakamoto.
Le ipotesi: aperte le scommesse su Polymarket
Su Polymarket si sta già scommettendo da giorni su quale potrebbe essere questo nome.
Il primo nome su cui si è scommesso molto è quello di Len Sassaman, un crittografo statunitense morto suicida nel 2011.
Da tempo c’è chi sostiene che Sassaman possa essere Satoshi, sia perché è morto poco dopo la scomparsa di Nakamoto, avvenuta proprio ad aprile del 2011, sia perché aveva uno stile di scrittura simile a quello del creatore di Bitcoin.
Tuttavia gli indizi che portano a Sassaman sono pochi, per quanto buoni, e la vedova ha più volte negato che potesse essere lui il creatore di Bitcoin.
Ora invece su Polymarket le scommesse si stanno concentrando su Nick Szabo, un altro crittografo statunitense ancora in vita.
Szabo già nel 1994 parlava di “smart property”, e nel 1996 di smart contract. Inoltre nel 1998 progettò una valuta digitale decentralizzata chiamata “Bit Gold”. Questa valuta digitale non fu mai realizzata, ma Bit Gold viene considerato lo stesso un precursore diretto dell’architettura di Bitcoin.
Szabo comunque ha già negato diverse volte di essere Satoshi.
Il terzo nome fatto su Polymarket è quello di Adam Back, crittografo britannico ancora in vita, celebre per essere il CEO di Blockstream, e soprattutto per essere l’unica persona citata nel testo del whitepaper di Bitcoin scritto da Satoshi Nakamoto nel 2008.
Back tra l’altro è anche una delle persone intervistate da Hoback nel documentario.
Le conseguenze sul prezzo di Bitcoin
Non va dimenticato che Satoshi Nakamoto in tutto dovrebbe aver minato più di un milione di BTC.
Quindi se il nome che emergerà nel documentario sarà quello di una persona in vita, i mercati potrebbero reagire male, visto che il milione di BTC di Satoshi non sono mai stati mossi, ma se venissero spesi potrebbero far crollare il prezzo di Bitcoin.
Se invece emergesse il nome di una persona deceduta, come Sassaman, o Hal Finney, o Dave Kleinman, la reazione potrebbe essere neutra o positiva.
In tal caso molto dipenderà dagli indizi, perché se non fossero forti e chiari il mercato potrebbe anche solo considerare l’ipotesi del documentario come l’ennesima ipotesi indimostrabile.
A dire il vero sono in molti a ritenere che l’ipotesi che emergerà dal documentario potrebbe non essere supportata da indizi così forti e chiari da chiudere definitivamente la vicenda. È opinione abbastanza diffusa che ciò che è stato detto a riguardo fino ad ora serva primariamente per pubblicizzare l’evento di messa in onda.
Anche dall’articolo di Politico sembra emergere questo scenario, dato che mette in dubbio il fatto che i risultati ottenuti dal documentarista possano essere facilmente ed ampiamente accettati dalla community crypto come sicuramente veri.