WisdomTree- Tactical Daily Update - 26.04.2024

Wall Street: le trimestrali di Microsoft e Alphabet restituiscono ottimismo.
Inflazione PCE troppo alta e PIL in rallentamento negli Usa.
Da parte della FED e’ ora previsto 1 solo taglio dei tassi a dicembre!
Investimenti molto alti nell’Intelligenza artificiale per le Big-Tech Usa.



Il GDP (Prodotto interno lordo) degli Stati Uniti, comunicato ieri dal Dipartimento del Commercio è cresciuto +1,6% nel 1’ trimestre, contro attese di + 2,4%, mentre il dato del 4’ trimestre 2023 è stato confermato a +3,4%: in sintesi, un’inattesa frenata, che avrebbe anche potuto giocare in favore di un prossimo taglio dei tassi se non ci fosse stata la sorpresa dell’inflazione PCE.

L’indice PCE (Personal Consumer Expenditure) misura l’inflazione sulla base delle spese per consumi delle famiglie “tipo” americane, ed e’ quello piu’ osservato dalla Federal Reserve a supporto delle sue scelte di politica monetaria. Nel 1’ trimestre e’ aumentato al tasso al tasso annualizzato del 3,4%, mentre il dato ’core’, cioe’ depurato dai prezzi energetici e dei cibi freschi, del +3,7%, contro attese di +3,4%.

Nel 4’ trimestre 2023, le rispettive crescite erano state +1,8% e +2,0%, pertanto il dato del 1’ trimestre descrive una recrudesenza dell’inflazione, ancora propulsa dall’incontenibile indole consumistica delle famiglie americane: consideriamo che le spese per consumi rappresentano il 69% del PIL (GDP) Usa, e sono cresciute di un altro +2,5% nel 1’ trimestre 2024.

GDP (PIL) in rallentamento ed inflazione in rialzo sono un mix definito spesso come “stagflazione” e preoccupa i mercati, perche’ potrebbe indurre la Federal Reserve (Banca centrale Usa-FED) a desistere dal tagliare i tassi d’interesse ancora a lungo.

Non sorprendono, pertanto, le chiusure in negativo a Wall Street (Nasdaq -0,6%, Dow Jones -1,0%, S&P500 -0,5%) e delle Borse Europee di ieri, 25 aprile: Milano e Parigi -0,9%, Francoforte -1,0%, Madrid -0,5%.
Ha fatto eccezione Londra, con +0,5%, determinato dai forti rialzi delle azioni minerarie, dopo la “jumboo offer” di Bhp per Anglo American: Il CdA di Anglo American, all’unanimità, ha poi respinto l'offerta da 31,1 miliardi di Sterline (Eur 36 miliardi circa) poiche’ "sottovaluta significativamente Anglo American e le sue future prospettive.." e presenta significativi rischi di esecuzione.
L’attenzione dei mercati resta necessariamante rivolta anche alla pubblicazione, in pieno svolgimento, delle relazioni trimestrali: ieri e’ stata la trimestrale di Meta (holding di Facebook) a far alzare il sopracciglio: le vendite sono state inferiori al previsto e si combinano con maggiori investimenti e con una stima di ricavi del 2’ trimestre tra i US$ 36,5 e 39,0 miliardi, sotto al consensus.

Molti analisti hanno commentato che gli investimenti di Meta nell’intelligenza artificiale sono molto alti rispetto ai benefici derivanti dalla sua adozione”. In serata e’ stata la volta dei numeri di Alphabet e Microsoft, entrambi sopra le stime, e quelli di Intel, buoni ma un filo sotto al consensus.
Alphabet, che e‘ la parent company del motore di ricerca Google, nel 1’ trimestre ha realizzato ricavi e utili profitti sopra le attese, e ha deciso il pagamento del suo 1’ dividendo, US$ 20cts, a giugno, oltre al rinnovo del piano di buyback da 70 miliardi, simile allo scorso anno. L’azione e’ schizzata a +10% nell’after-hour.

Brillanti anche i numeri di Microsoft, con l’utile netto cresciuto +20% a 21,9 miliardi, mentre sono in chiaro-scuro quelli di Intel, anche per la “guidance” prudente sul trimestre in corso.

Sul fronte macroeconomico Usa nessuna novita’ sull’ottimo stato di salute del mercato del lavoro: la scorsa settimana il numero di nuove richieste di sussidi di disoccupazione e’ sceso a 207 mila, sotto le stime di 214 mila.

Si conferma anche l’inatteso “decoupling” tra Banca centrale Europea (ECB) e Americana (FED): la 1’ manterrà i tassi “restrittivi finché necessario” con un “approccio orientato dai dati e senza seguire un percorso fissato di taglio del costo del denaro”, ma avalla (parole del Vice Presidente Louis De Guindos) la prospettiva di una 1’ mossa di “easing” (riduzione) a giugno.

Negli Usa, invece, secondo il consensus, si allontana ancora la prospettiva di riduzione del costo del denaro, che potrebbe aver luogo solo a dicembre, per effetto della gia’ citata persistenza o, meglio, recrudenza, dell’inflazione.
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Oggi, 26 aprile, i mercati azionari hanno mutato il loro “mood” in positivo, aiutati dagli ottimi dati trimestrali dei giganti tech Microsoft e Alphabet, e dalle loro indicazioni sulla brillante prospettiva degli investimenti nell’intelligenza artificiale.

Nell’Area Asia-Pacifico spicca Tokyo, +0,8%, aiutata anche dalle scelta della Banca centrale giapponese di mantenere i tassi invariati e, vien da dire, lo Yen debole, ai minimi da 34 anni contro Dollaro Usa.

La Bank of Japan del Giappone ha tuttavia rimosso dalla sua nota post-Riunione il riferimento alla quantità mensile di titoli di Stato che si impegna ad acquistare, ed ha inoltre pubblicato nuove stime sulll’inflazione, che dovrebbe restere vicina al target del 2,0% nei prossimi 3 anni, ribadendo la sua disponibilità ad aumentare i costi di finanziamento quest’anno.

Le Borse europee sono partite in rialzo, col settore tecnologico in evidenza, e terminano la mattinata con rialzi medi di +0,7% (ore 12.30 CET).

Sull’obbligazionario, “chiude” leggermente lo spread tra Btp e Bund, -4 bps, a 135, col rendimento del Btp benchmark che torna sotto il 4,0% a 3,96%, -6 bps.

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