Settimana ricca di riunioni di banche centrali FED, ECB, BOE e BOJ! Molta attesa per il dato di inflazione CPI in Usa: c’e’ speranza di forte calo. Le parziali riaperture cinesi sulla politica anti-Covid spingono petrolio al rialzo. L’Unione Europea alle prese con il difficile accord sul price-cap al gas.
Ieri, 12 dicembre, la prima seduta della nuova settimana ha visto prevalere il segno meno su quasi tutii i listini azionari europei: Dax tedesco-0,4%, Ftse 100 britannico -0,3%, Cac40 francese -0,4%. A fare eccezione solo Milano (FteseMib),+0,1%.
Rialzi diffusi a Wall Street, che si riprende dalla peggiore settimana da settembre causata dalle paure di nuove fiammate di inflazione e rischio di recessione alimentate venerdì dal dato sull'inflazione PPI (prezzi alla produzione) di novembre, più alta del previsto, anche se piu’ bassa che ad ottobre. In chiusura: Dow Jones +1,58%, S&P 500 +1,43%, Nasdaq +1.26%.
Sembra prevalere l’ottimismo sul dato d’inflazione al consumo Usa di novembre, in pubblicazione alle 14.30 CET di oggi. L'aspettativa di consenso e’ +7,3% per il dato generale contro +7,7% di ottobre, con una crescita mensile di +0,3%.
L’inflazione “core” e’ invece prevista salire al +6,1% annuale, e +0,3% mensile. Un'analisi di Optiver sostiene che l'indice S&P500 potrebbe guadagnare fino a +5,5% dopo il dato, se esso risultasse inferiore alle attese di 0,2% o piu’.
Gli appuntamenti piu’ rilevanti per questa settimana si concentreranno mercoledì 14 dicembre, con le riunioni e le decisioni sui tassi delle Banche centrali di Stati Uniti (FED-Federal Reserve) e Giappone, e giovedì 15, quando sarà la volta dell’ECB (Banca centrale europea) e della Bank of England.
FED ed ECB, nelle attese di analisti, alzeranno il costo del denaro +50 bps, ridimensionando il calibro dei rialzi dei tassi: ricordiamo che negli ultimi 4 incontri, la FED ha alzato di +75 bps, sino all’attuale 3,75%-4,00%; gli analisti prevedono ora, oltre a quello di dicembre, un altro rialzo di 50 bps a inizio 2023.
Anche nel caso dell’ECB, si tratterebbe di un rallentamento rispetto ai 2 rialzi consecutivi da +0,75% degli ultimi 2 meeting. Il conensus prevede, dopo il +0,5% di dicembre, altri 2 rialzi da 0,25% a febbraio e marzo, per raggiungere un livello “pivot” (obbiettivo) di 2,50%.
Dall’ECB sono attese anche indicazioni sulla riduzione del bilancio della banca centrale, (alias quantitative tightening), che potrebbe iniziare, gia’ a inizio 2023, col non-reinvestimento dei titoli obbligazionari scaduti.
In Italia, a ottobre, l'indice destagionalizzato della produzione industriale e’ sceso -1% rispetto a settembre, ma ISTAT (Istituto nazionale statistica) segnala che nella media del trimestre agosto-ottobre è aumentato +0,3% sul trimestre prima.
Fase relativamente tranquilla nel mondo obbligazionario, con chiusura in lieve rialzo per lo spread tra BTP decennali italiani e omologhi Bund tedeschi, che ieri ha chiuso a 189 punti base, +2 bps dal closing del 9 dicembre. Il rendimento del BTP decennale oggi (ore 13.00 CET) cala a +3,76%, dal +3,82% del riferimento di ieri.
Visto il crollo delle temperature in Europa, la questione dell’autonomia energetica torna ad essere focale, e le discussioni tra i Ministri dell’Energia europei si concentrano di nuovo sul “price cap sul gas”. Il Presidente della Commissione europea Von der Leyen punta all’obbiettivo di creare una "domanda aggregata Ue entro marzo", poiche’ nel 2023 sarà più difficile ricevere le forniture.
Von der Leyen afferma: "abbiamo (come UE) messo in atto l’obbligo minimo di stoccaggio del gas, gli stock sono ora riempiti oltre 90% e siamo ben al di sopra della media dei 5 anni precedenti", ma ora "e' il momento di accelerare sugli acquisti comuni di gas" poiche’ le importazioni di gas dagli Usa saranno problematiche.
Secondo il Commissario UE per l'Energia, Kadri Simson, l'odierno Consiglio straordinario sull’energia sarà soprattutto di discussione tra i rappresentanti degli Stati, che “hanno ancora opinioni e preoccupazioni molto diverse".
A fine giornata di ieri, 12 settembre, il prezzo del gas è sceso a 136,2 Euro/MWh, -2%, mentre nelle prime fasi di oggi è stabile. Il prezzo del greggio, al contrario, dopo il minimo di venerdi’ 9, sta recuperando e confermando la risalita sopra +3% di ieri avanza anche stamane, col WTI (West Texas Intermediate) che tratta a 74,3 Dollari/barile, +1,6%. (ore 11.00 CET).
Chiusure per lo piu’ in rialzo per le Borse asiatiche stamattina: Tokyo (Nikkei225) +0,40%, Hang Seng di Hong Kong, dove i viaggiatori in arrivo non avranno piu’ restrizioni di movimento a partire da domani, +0.73%, Sensex indiano +0.61%. Invariate Shanghai -0,09% e Kospi coreano, -0,03%.
I principali listini azionari europei segnano recuperi importanti a fine mattinata, in media +1,0% (ore 13.00 CET), similmente ai futures su Wall Street, anticipando un dato in desiderato calo sull'inflazione USA ed un correlato ammorbidimento della FED sui tassi.
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