Borse europee più solide in avvio di settimana. Nel mirino delle Banche centrali i dati di inflazione: negli Usa il PCE di Maggio. Mercato obbligazionario europeo più tranquillo, ma focus su OAT e BTP. Presidenziali “calde”: Francia tra poco, poi UK a luglio, e US a novembre!
La giornata di venerdì 21 giugno a Wall Street avrebbe potuto essere ben piu’ volatile, visto l’appuntamento con le “3 streghe”, cioè con la simultanea scadenza di opzioni legate a indici, ad azioni e ad Etf, per un valore complessivo superiore ai 5.500 miliardi di Dollari.
In chiusura, l’indice S&P500, che in giornata aveva brevemente superato quota 5.500 punti, ha sofferto di alcuni “profit taking” sulle azioni della tecnologia ed ha perso -0,16%, esattamente come il Nasdaq che, dopo 7 sedute in fila di rialzi, ha patito le prese di profitto su Apple ed Nvidia.
Negativi i mercati azionari europei, delusi dai dati di PMI (Purchasing managers index) della manufattura, e noncuranti del fatto che la Banca Nazionale Svizzera avesse tagliato i tassi di -0,25% per la 2’ riunione consecutiva e che anche la Banca d'Inghilterra, pur lasciando i tassi invariati, non abbia escuso di fare un taglio ad agosto.
Peggio di tutti hanno fatto Madrid e Milano, -1,1%, poi Parigi, -0,6%, Francoforte, -0,5% e Londra, -0,4%.
La scorsa settimana è stata comunque positiva per le Borse europee, che hanno recuperato buona parte delle perdite di quella precedente dovute al voto per il rinnovo del Parlamento EU ed alla inattesa novità delle elezioni anticipate in Francia. Milano ha recuperato +2,0%, Parigi +1,7%, Londra +1,1%, Francoforte +1,0%.
Come accennato, tra i dati macro di venerdì 21 è andato male il PMI manifatturiero dell'Area-Euro, sceso a giugno 45,6 punti dai 47,3 di maggio, mentre le stime lo vedevano salire a 47,9. Morale: la congiuntura economica europea non è in recessione, ma va verso il 6’ trimestre di stagnazione.
Negli Usa, la lettura preliminare dell’indice Pmi dei servizi vede la risalita a 55,1 punti, dai 54,8 di maggio, segnando il massimo dell’ultimo anno, e battendo le attese di 54.0. Cresce anche l’attività manifatturiera a giugno, a 51,7 punti, dai 51,3 di maggio, toccando il livello più alto da oltre 2 anni.
In Germania, l'indice IFO sulla fiducia degli operatori economici è inaspettatamente sceso a giugno a 88,6 punti dagli 89,3 di maggio, quando le previsioni indicavano 89,6. Il sub-indice delle condizioni correnti vale 88,3, e quello sulle aspettative 89,0, entrambi in lieve calo.
Yen giapponese sempre più giu’, sino a toccare 159 contro US Dollar: replica in tal modo il “bottom” di aprile, quando la fragilità della valuta nipponica indusse la Bank of Japan, ad intervenire, per quanto senza grande efficacia. D’altronde è la stessa Bank of Japan, con la sua convinta strategia dei “tassi zero” o quasi (repo rate a +0,10%) a determinarne la debolezza, a tutto vantaggio delle imprese esportatrici.
Oggi, 24 giugno, i listini azionari europei sono partiti bene e terminano la mattinata con rialzi medi di +0,8% (ore 13.30 CET). In Italia è giornata di “pesanti stacchi di dividendi”, per complessivi 2,3 miliardi di Euro o -0,27% di peso sull’indice Ftse Mib, pagati da big-cap come Poste Italiane, Snam, STM, Terna, Hera, Leonardo.
Sempre in Italia, si osserva, con sollievo, il calo dello spread di rendimenteo tra BTp decennali italiani e Bund tedeschi, dai 151 punti base del closing di ieri ai 149 attuali, in parallelo alla discesa del rendimento del BTp benchmark a 3,91% dal 3,94% precedente.
Siamo all’inizio di una settimana che vivrà nell’attesa dell’esito delle elezioni politiche in Francia e di numerosi dati sull’inflazione Usa, in particolare il PCE (Personal Consumption Expenditure) di maggio.
Il PCE è notoriamente la misura dell’inflazione preferita dalla Federal Reserve (Banca centrale Usa-FED) e dovrebbe rivelare una crescita mensile “minima”, tra +0,1 e 0,2%, ed un calo, su base annuale, a 2,6% dal 2,7% di aprile: se così fosse darebbe una mano alla prospettiva di ammorbidimento della politica monetaria della FED.
Per venerdì 29 sono previsti anche quelli anticipatori dell’inflazione al consumo (CPI) di alcuni Paesi europei, tra i quali Francia, Spagna ed Italia.
La prospettiva di un Governo “di destra” in Francia è vissuta con apprensione in tutta Europa, specie nella inderogabile necessità di “raddrizzare” la pericolosa traiettoria del debito pubblico francese, che sta determinando rendimenti dei titoli di Stato Francesi (OAT) al massimo dal 2012.
I sondaggi sulle consultazioni Francesi, il cui 1’ turno è fissato per il 30 giugno, confermano il forte consenso per il partito di destra anti-europea Rassemblement National, guidato da Marine Le Pen.
Entra nel vivo, e potrebbe incidere sulle sorti delle Borse, la campagna elettorale per le presidenziali Usa (5 novembre) e politiche inglesi (4 luglio): watch-out!
Le principali Borse asiatiche stamane hanno chiuso in calo: Hong-Kong -0,15%, Shanghai -1,17%, Shenzhen -2,29%: Tokio l’unica positiva, +0,56%.
La giornata odierna è decisamente negativa per le criptovalute, Bitcoin perde oltre -3,6% a 61.400 Dollari, Ethereum -5,1% a 3.315, trascinate al ribasso dalla notizia del forte calo del numero di contrattazioni di controvalore superiore a 100 mila US$ negli ultimi 2 giorni.
In flessione anche il prezzo dell'oro, 2.326 Dollari/oncia, -1,5%.
I future su Wall Street anticipano riaperture “flat”, sui livelli delle chiusure di ieri (ore 13.30 CET).
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