Le Borse festeggiano il primo calo dell’inflazione annuale in Usa.
Il segnale e‘ ancora insufficiente per mutare la “stance” monetaria della FED.
Lo scenario macro europeo segnala rischio di recessione autunnale.
Scendono i rendimenti e gli spread sui govies europei: non e’ un bel segno.

Le Borse europee e Wall Street eiri, 10 agosto, hanno festeggiato il primo mese con variazione mensile “zero” del tasso di inflazione al consume negli Stati Uniti. A luglio, infatti, il paniere dei prodotti e servizi che misurano il CPI (Consumer price index) indica un saldo stabile su base mensile ed una variazione annuale del +8,5%, sotto il +8,7% previsto ed in deciso calo dal +9,1% di giugno.

L’invarianza su base mensile del dato generale si confronta col +0,2% atteso ed il +1,3% registrato a giugno. Il dato “core”, cioe’ depurato delle componenti piu’ volatili di “cibo ed energia”, e’ salito del +0,3% mese su mese, contro attese di +0,5% ed il +0,7% di giugno. Su base annua la variazione del “core CPI” e’ stata +5.9%, stabile sul mese prima, e contro il +6.1% previsto. In sostanza, un buon set di dati.

Chi pensa che tale rallentamento possa indurre la Fed ad un atteggiamento più cauto sulle prossime mosse di aumento dei tassi, deve fare i conti con la visione espressa da diversi componenti votanti del Comitato di politica monetaria (i.e. il FOMC) della Banca Centrale Usa, di cui diremo piu’ avanti.

Intanto le Borse hanno brindato e segnato importanti progressi, con Francoforte in testa tra i listini europei con +1,3%, seguita da Milano, +1,0%, poi Londra e Parigi appaiate a +0,5%. Anche Wall Street ha chiuso in rialzo, con acquisiti che hanno riguardato soprattutto la tecnologia: Nasdaq +2,9%, Dow Jones +1,6%, S&P500 +2,1%. Il Nasdaq ha recuperato oltre il +20% dai recenti minimi di fine maggio.

Certamente “una rondine non fa primavera”, ed il raffreddamento dell’inflazione in luglio non e’ stato sufficiente a cambiare la visione “hawkish” (“da falco”) di alcuni autorevoli membri della Federal Reserve (Banca Centrale Usa): Neel Kashkari, Presidente della FED regionale di Minneapolis, si augura che i tassi di riferimento salgano a +3,9% a fine 2022 ed a +4,4% entro fine 2023.

Anche per Charles Evans, Presidente della “Regional FED” di Chicago, i numeri di luglio sono solo “il primo dato positiva sui prezzi al consumo da quando la FED ha avviato la sua svolta restrittiva”. "L'inflazione resta inaccettabilmente elevata ed i tassi di riferimento andrebbero alzati a 3,25%-3,5% quest'anno e a 3,75%-4,0% nel 2023.

Il prezzo del petrolio ha continuato a scendere nella giornata di ieri, 10 agosto, specie dopo che il dato sulle scorte Usa aveva mostrato un aumento ben maggiore delle attese: in serata ha ripreso quota, incorporando uno scenario piu’ roseo per i consumi americani.


Tornando in Europa, dove incombe il rischio di una recessione e la svolta restrittiva della Banca Centrale Europea (ECB) e’ appena iniziata (+50bps in luglio dopo 11 anni di tassi zero), il vice direttore generale dell’ECB, Christophe Kart, ricorda che l'obiettivo primario e’ la normalizzazione della politica monetaria, in funzione dei prossimi dati macroeconomici.

Il WTI (West Texas Intermediate), che ieri era sceso sin al di sotto di 89 Dollari/barile, stamane 11 aprile supera i 91 Dollari, +1,1% (ore 13.00 CET). Di positivo si segnala la riattivazione del flusso di petrolio dalla Russia attraverso l’oleodotto Southern Druzhba, che fornisce Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia ed altri paesi dell’est Europa.

La guerra in Ucraina, ormai prossima ai 6 mesi di durata e senza alcuna speranza di soluzione, alimenta la paura di ulteriori tagli delle forniture di metano russo all’Europa: piani di austerita’, scenari di razionamento e corsa agli acquisti per riempire scorte strategiche e non, spingono ancora al rialzo i prezzi del gas naturale che oggi, sul TTF market di Amsterdam, superano i 206 Euro/megawattora, +2,2%.

Sul mercato obbligazionari, dopo il buon dato sull’inflazione di ieri, si e’ innescato un movimento al ribasso dei rendimenti, con una lieve compressione degli spread tra quello del Bund decennale benchmark e gli omologhi titoli della periferia: un buon segnale, da confermare.

A fine seduta, il differenziale di rendimento tra il BTP decennale benchmark e l’omologo Bund tedesco si è attestato a 210 bps dai 213 della vigilia. Il movimento prosegue oggi, 11 agosto, con spread a 206 e BTP che rende +2,96%. Negli Usa il rendimento del Treasury Bond 10 anni e’ stabile: +2,77%

Le Borse asiatiche sono contagiate dal buon dato dell’inflazione Usa e dalle chiusure brillanti di Wall Street. Giappone chiuso, ma salgono Hang Seng di Hong Kong +2%, Kospi coreano +1,4%, Shanghai Composite +1,5% e CSI300 di Shanghai&Shenzhen +1,9%.

Le maggiori borse europee sono ripartite in rialzo questa mattina e, alle 13.00 CET, segnano in media +0,3%. Frazionalmente positivi anche i futures su Wall Street, che oggi guardera’ con attenzione ai dati settimanali sulle richieste di sussidi di disoccupazione, un termometro importante sulla salute dell’economia Usa.


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