Dalla ECB un chiaro messaggio: tassi piu’ alti per combattere l’inflazione. L’offerta di petrolio resta scarsa rispetto all’esuberante domanda: WTI a $ 90. Rendimenti in rialzo per i Govies di tutto il Mondo: BTP a +1.70%. Bank of England alza i tassi: +0,25% a +0,50%. ECB non tardera’ a lungo ..
In linea con le previsioni della vigilia, la Banca Centrale Europea ha lasciato i tassi invariati, ha ribadito la volonta’ di ricalibrare gli strumenti di intervento sul mercato obbligazionario e di terminare il PEPP (Pandemic Emergency Purchase Program) a fine marzo. Il prodotto interno lordo (GDP) dell’Area Euro, nel 1’ trimestre 2022 tornera’ ai livelli pre-Covid, nonostante la crescita rallentata del trimestre in corso.
Il 2022 vedra’ una crescita del 4% circa, guidata dai consumi privati. Purtroppo la dinamica dei prezzi, sia alla produzione che al consumo, e’ troppo elevata e persistente, smentendo l’ipotesi della sua transitorieta’ a lungo sostenuta da ECB.
Quello che ha disturbato maggiormente l’umore dei mercati sono stati toni e narrativa del Presidente Christine Lagarde durante la conferenza stampa. La crescita dei salari e’ contenuta e non spinge al rialzo l’inflazione, ma purtroppo finisce per penalizzare i consumi: l’auspicata discesa dei prezzi dell’energia non si e’ materializzata, dunque l’inflazione e’ troppo alta, dannosa, e va contrastata.
I rischi “sistemici” restano “bilanciati anche nel 2022”, ma la revisione al rialzo della prospettiva inflazionistica, soprattutto nel breve termine, rende determinanti flessibilità e opzionalità nel calibrare la politica monetaria della Banca Centrale: cio’ vale a dire che, gia’ a partire da marzo, un rialzo del tassi nel 2022 non sara’ piu’ un tabou.
E’ ovvio che una ECB meno “accomodante” abbia inciso sulle Borse europee, che hanno esteso i loro segni negativi dopo le parole del Presidente Lagarde: il FtseMib italiano ha perso -1,1%, il Cac40 parigino -1,5%, il Dax tedesco -1,6%, un po’ meglio il Ftse100 inglese -0,7%.
Ugualmente spiegabile dal cambio di rotta della ECB l’immediato ampio rialzo dei rendimenti dei Govies europei e l’allargamento dello spread tra BTP decennale italiano e l’omologo Bund tedesco.
In sintesi, alla chiusura dei mercati di ieri, 3 febbraio, il rendimento del Btp a 10 anni era balzato oltre +1,60% e oggi, alle 13.00 CET, +1,69%: quello del Bund a +0,14% ed oggi a +0,19%, con relativo spread a 149 bps. Si apprezza l’Euro, a 1,143 verso Dollaro.
Ieri, 3 febbraio, e’ stato il giorno della svolta anche per la Banca d’Inghilterra (BoE) che ha alzato i tassi di 25 punti base, a +0,50% e previsto un’inflazione oltre +7% nei prossimi mesi. Notare che 2 dei 4 membri proponevano un rialzo di 50 bps.
Giornata memorabile, e non solo per le perdite dei maggiori indici, per Wall Street, col Nasdaq a -3,7% che ha segnato la peggior perdita da oltre un anno, lo S&P500 -2,4%, DJ -1,4%.
Il mercato sembra chiaramente ignorare il dato sulle richieste settimanali di sussidi di disoccupazione, uscito a 238 mila, alias piu’ bassi delle stime di 245 mila. Attenzione nel pomeriggio di oggi, 4 febbraio, al rapporto sul mercato del lavoro Usa di gennaio, che dovrebbe segnalare le prime ricadute negative del diffondersi della variante Omicron, con gli occupati non agricoli attesi in calo di 150 mila unita’.
Sul fronte “trimestrali” Usa, perdite e volatilita’ incredibili per Facebook Meta, che ha centrato le attese sui ricavi ma deluso per numero di accessi e guidance: col suo -25% ha innescato un sell-off generalizzato su tutti i tioli del comparto tecnologico.
Altra storia “hot”, ma in positivo, Amazon, scattata all’insu’ nell’after-hour dopo il rilascio dei dati trimestrali, fino ad oltre +14%: nel 4’ trimestre 2021 ha visto un utile quasi raddoppiato a 14,3 miliardi di Dollari e ricavi a 137,4 miliardi di Dollari, + 9%. Per il primo trimestre 2022, la Societa’ ha stimato ricavi tra i 112 e i 117 miliardi di Dollari, sotto il consenso di 121 miliardi degli analisti.
Addirittura surreale il saliscendi dell’azione Snap, passata dal -23% della chiusura precedente al +50% dell’after hour: il merito e’ dell’utile per azione a $ 22 cts, oltre il doppio di quanto previsto dal consenso.
Rialzo infinito per il prezzo del petrolio, col Wti (greggio di riferimento Usa) che supera la soglia dei 90 Dollari/barile per la prima volta dal 2014. Dopo il +15% di gennaio, ha maturato un ulteriore +5% nei primi giorni di febbario. Pessima la sua ricaduta sull’inflazione, e’ ovvio che anche la ECB voglia correre ai ripari.
Stamattina hanno imbaccato la via del rialzo le Borse asiatiche. Con quelle della Cina ancoa chiuse per il Capodanno cinese (anno della Tigre), notiamo il Nikkei giapponese, +0,7%, ma soprattutto l’Hang Seng di Hong-Kong, +3,2%, con le banche in forte recupero.
La svolta “da falchi” della Bank of England ed in parte della ECB sembra incidere anche sui rendimenti dei governativi globali: oggi notiamo quello del decennale giapponese a +0,17%, massimo dal 2016 e quello del Treasury 10 anni Usa a +1,91% (ore 13.30 CET).
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