Le quotazioni dei principali indici di Borsa a livello globale hanno messo a segno una seduta caratterizzata dai rialzi. Le Banche centrali sembrano dirette verso una politica monetaria più restrittiva: dopo la mossa a sorpresa della RBA, anche la Bank of Canada ha inaspettatamente alzato il costo del denaro portandolo dal 4,5 al 4,75%. L’istituto ritiene che l’eccesso di domanda nell’economia sia più persistente del previsto e che la politica monetaria non sia su livelli sufficientemente restrittivi per riportare l’inflazione verso il 2% in maniera sostenibile con le paure che crescono in merito al fatto che il dato possa rimanere “materialmente sopra l’obiettivo”. Non cambia invece l’opinione del mercato su una pausa nel rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve. Al momento della scrittura il CME FedWatch Tool vede questa probabilità al 70,1%, anche se è previsto un nuovo rialzo dello 0,25% nel meeting di luglio. Per la BCE il mercato si attende altri due aumenti da 25 punti base prima di una pausa. Intanto, CNBC riporta che le sei principali banche commerciali cinesi hanno tagliato i tassi di interesse sui depositi a vista in yuan allo 0,2%. Gli istituti di credito hanno messo a segno la stessa mossa su altri depositi, come quello a cinque anni passato dal 2,65% al 2,50%. Sul fronte dei dati macroeconomici, è da segnalare che il PIL dell’Eurozona del 1° trimestre 2023 (finale) abbia deluso le attese degli analisti censiti da Bloomberg segnando l’1%. Il consensus era per un 1,2%, lievemente sotto rispetto all’1,3% preliminare. Su base sequenziale il calo si è attestato al -0,1%, facendo rientrare dunque il blocco in recessione tecnica.
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