Banche centrali: nuovi segnali da falco dai componenti della BCE

Le quotazioni dei principali indici di Borsa a livello globale hanno registrato una seduta caratterizzata da segni misti. Sul fronte dei dati macroeconomici, l’inflazione dell’Eurozona (finale) si è attestata al 6,1%, in linea con la rilevazione preliminare. Nel frattempo, la Bundesbank ha aggiornato le stime di crescita della Germania, attendendosi un PIL reale del -0,3% nel 2023, dell’1,2% nel 2024 e dell’1,3% nel 2025. L’inflazione core è invece attesa al 5,2% nel 2023, al 3,1% nel 2024 e al 2,8% nel 2025. Il Presidente dell’istituto, Joachim Nagel, ha sottolineato che la lotta contro l’inflazione non è ancora vinta, con l’economia tedesca che sta ancora facendo i conti con le conseguenze dei prezzi elevati. In tema di tassi, il Governatore della Banca centrale ha sottolineato che il costo del denaro potrebbe dover salire anche dopo la pausa estiva. Inoltre, il picco dovrà essere mantenuto fino a quando non sarà certo un ritorno dei prezzi al 2% nel medio termine. Toni “da falco” sono stati utilizzati anche da Pierre Wunsch, Presidente dell’istituto centrale belga, secondo cui l’Eurotower dovrà alzare i tassi anche dopo settembre se l’inflazione non rallenterà in modo sostenibile. Per l’esponente della BCE, nel caso in cui la misurazione si mantenesse intorno al 5% nei prossimi mesi, i tassi continueranno a crescere. Ad avere una posizione meno dura è il Governatore della Bank of France, Francois Villeroy de Galhau, secondo cui i mercati hanno scommesse sui rialzi dei tassi troppo volatili. Villeroy ha chiesto di non trarre conclusioni premature sul picco dei tassi e ha messo in luce che le precedenti decisioni stanno facendo effetto.
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