Non possiamo evitare di aggiornarvi sul fatto che recenti studi condotti da un advisor del WHO portano ad uno scenario che noi definiamo apocalittico della diffusione del virus. Ira Longini, questo il nome della ricercatrice, arriva a stimare la possibilita’ che il virus contagi i 2/3 della popolazione mondiale.
Secondo la Dott.ssa Longini ogni paziente affetto dal virus contagia mediamente due o tre altre persone. Il contagio e’ estremamente facilitato da due aspetti: il primo e’ legato al fatto che in alcune persone i sintomi sono molto lievi e tali da non generare sospetti, aumentando la potenziale diffusione del virus. Il secondo e’ legato alla scarsita’ degli strumenti per diagnosticarlo e per trackarlo in modo corretto.
Secondo l’analisi condotta dalla Dott.ssa Longini, anche ipotizzando uno scenario molto piu’ ottimistico, in cui la diffusione del virus sia ridotta del 50%, si otterrebbe un numero di persone contagiate pari ad 1/3 della popolazione.
Le conclusioni a cui giunge la Dott.ssa Longini sono state condivise da altri studiosi di rilievo quale il professor Neil Fergusson dell’Imperial College di Londra che stima un contagio potenziale di 50.000 persone al giorno in Cina. anche Gabriel Lung, professore all’Universita’ di Hong Kong sostiene che i 2/3 della popolazione mondiale potrebbero essere contagiati dal virus.
Ovviamente ci auguriamo che tali proiezioni siano errate, eccessivamente pessimistiche ed oggetto di un mero caso di scuola.
Ma se fossero anche solo in parte vicine alla realta’ le conseguenze sui mercati sarebbero importanti. Potremmo assistere a rilevanti movimenti sulle asset class rifugio: Yen, Treasuries e oro potrebbero salire in modo importante.
Le asset class rischiose, azioni in primis, potrebbero subire una flessione superiore al 20-25%.
Quindi? Che fare?
Si possono adottare delle strategie di copertura dei portafogli azionari tramite opzioni. Il basso livello a cui quota la vola consente ancora di spuntare dei prezzi interessanti. Strategie di acquisto put finanziate con la vendita di put a strike piu’ bassi e/o vendita di call a strike piu’ elevati sono ottime soluzioni per coprire il portafoglio dal rischio downside con costi non troppo elevati. Il costo ovviamente dipende dalla scadenza su cui andiamo ad operare e dagli strike scelti.Valutiamo con maggiore interesse scadenze su 12-18 mesi. Esse consentono di “prendere tempo” e valutare i futuri sviluppi. Qualora lo scenario dovesse mutare all’improvviso per il meglio, il costo di chiusura della copertura sarebbe inferiore.
Altre forme di copertura (indiretta) sono l’acquisto di beni rifugio o il loro sovrappeso. In tal caso pero’, qualora la copertura si rivelasse non necessaria in uno scenario positivo, si andrebbero a realizzare delle perdite difficilmente recuperabili.
Infine, chi non puo’ operare in opzioni puo’ senza dubbio ricorrere ai certificati. Sostituire un’ esposizione direzionale pura (fondi e etf) con certificati a capitale garantito o a protezione condizionata del capitale potrebbe essere la scelta giusta in tale contesto di mercato.
In tutti e tre le ipotesi, attendere non paga. Meglio posizionarsi ora che le acque sono ancora tranquille che aspettare quando le acque iniziano ad agitarsi. A quel punto le coperture diventerebbero costosissime e quindi meno efficienti.
Ci auguriamo che la Dott.ssa Longini venga ricordata per essersi mostrata troppo pessimista.
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