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PETROLIO FALSO RIALZO - LAVORO VERO RIBASSO

Sono due i temi della giornata odierna: l’andamento del prezzo del petrolio e i dati sulla disoccupazione.
Sul primo tema siamo costretti a spegnere gli entusiasmi. Non ci attendiamo un rimbalzo duraturo del prezzo del petrolio. Non ne sussistono i fondamentali. Un eventuale accordo tra Russia ed Arabia Saudita che, come auspicato da Trump, tolga dal mercato 10-15 milioni di barili al giorno puo’ senza dubbio aiutare i corsi del petrolio, ma non e’ tale da colmare lo squilibrio tra domanda ed offerta legato al rallentamento in atto.
In sintesi, sul mercato del petrolio si produce troppo e si domanda poco.
La produzione e’ talmente elevata, (rispetto alla domanda) che l’industria sta fronteggiando dei seri problemi di “storage” (di immagazzinamento). Molte societa’ produttrici stanno addirittura pensando di affittare container da detenere sui binari della ferrovia.
La discrepanza tra prezzi dei futures e prezzi del petrolio fisico in USA ha raggiunto dei valori elevatissimi proprio a causa degli elevatissimi costi di immagazzinamento. Essa di attesta a quasi 12 USD al barile. Di fatto, il c.d. Bakken Crude tratta alla meta’ dei prezzi del petrolio sui mercati dei futures.

Tale differenza di prezzo tra petrolio fisico e petrolio quotato sul mercato dei futures, particolarmente marcata per il Bakken Oil si ripete anche per il petrolio prodotto in Canada ed in altre parti del mondo, seppur con minore enfasi.
L’imbalance del mercato petrolifero trova la sua ragione non tanto sul lato dell’offerta (su cui Trump sta cercando di dare una mano) quanto sul lato della domanda. La societa’ di trading Trafigura Group stima una contrazione della domanda per 35 milioni di barili al giorno da imputare al fattore esogeno: Covid19.

E i conti sono presto fatti. Se il gap di domanda e’ di 35 milioni di barili e l’intervento auspicato da Trump e’ per 10-15 milioni di barili, rimane ancora uno squilibrio importante da colmare. Esso si riflettera’ sui prezzi dei futures che difficilmente tenderanno a rimbalzare, soprattutto se si considera a quanto quota il petrolio sul mercato fisico.
Il rimbalzo del petrolio a cui abbiamo assistito ieri e’ stato un rimbalzo guidato dalle ricoperture “emotive” da parte dei trader che erano short petrolio. Come ogni rimbalzo da short covering, esso e’ stato prontamente riassorbito in poco tempo.

Altro tema del giorno e’ quello della disoccupazione in USA.
Ve lo dico senza indugio: i dati sono allarmanti. Nel giro di tre settimane oltre il 10% della forza lavoro statunitense ha chiesto sussidi di disoccupazione. Picchi si sono registrati negli stati della Pennsylvania, del Nevada e del Michigan

Sono 10 milioni di persone, i lavoratori che hanno chiesto di accedere ai sussidi in sole tre settimane. A titolo di raffronto, nella crisi del 2007-2009 tale numero era stato raggiunto nell’ arco temporale di sei mesi e mezzo.

Atteso per oggi il dato sui Non Farm Payrolls. Essi sono attesi in diminuzione per la prima volta dal 2010. (in media 100.000)

Ma attenzione! Essi non incorporeranno i cali del numero di occupati delle ultime settimane. Tali cali si vedranno nel dato di aprile, atteso per l’8 di maggio.
Inoltre, il dato sara’ meno affidabile del solito. Esso e’ calcolato con metodi statistici che si basano sui dati delle aperture di nuove attivita’ e delle chiusure. In pratica, i dati non sono “certi”, ma stimati. Stando alle stesse affermazioni del Bureau of Labor Statistics, tale modello di calcolo funziona bene nei periodi normali ma rischia di dare dei dati poco attendibili in periodi come questo. In queste settimane, caratterizzate da chiusure improvvise degli esercizi, molte delle societa’ che hanno ricevuto il questionario del sondaggio avranno evitato di rispondere e fornire i dati richiesti, con conseguente stortura dei risultati finali.
Altra stortura del dato sara’ l’aumento (temporaneo) del numero di occupati legato ai c.d. Census Workers. Trattasi, tuttavia, di un fatto una tantum che dovrebbe essere tolto dalle statistiche.
In sintesi, il dato di oggi potrebbe apparire meno brutto di quanto atteso dagli operatori. Suggeriamo di non basare le proprie scelte di investimento su tale dato, considerandone la scarsa affidabilita’ in questo momento.
Il dato sulla disoccupazione dovrebbe salire dal 3.5% al 3.8%. Sara’ solo il primo rialzo di una serie di rialzi che caratterizzano il dato nei prossimi mesi. Gli economisti stimano una crescita della disoccupazione al 10%-15%. Ma c’e’ di piu’. In tale contesto, il dato sulla disoccupazione potrebbe non dare una chiara rappresentazione della realta’. Esso, per definizione, non tiene conto dei c.d. “discouraged workers” vale a dire di quei lavoratori che, date le circostanze, nemmeno provano a cercare lavoro, e, come tali, non rientrano nelle statistiche dei disoccupati. Se in condizioni normali tale numero e’ meno influente, in tali situazioni potrebbero essere molti i lavoratori che smettono di cercare e si abbandonano alla sorte uscendo dalle statistiche dei disoccupati.

Tutto questo per dire che, nei prossimi mesi, i dati sulla disoccupazione andranno letti sempre con un pizzico di prudenza in piu’. Essi potrebbero sottostimare la gravita’ della situazione.

Per oggi e’ tutto.
Vi auguriamo un Buon Week End.
註釋
L’analisi di preapertura ed i commenti che invio durante la giornata non costituiscono indicazioni di operatività . Si tratta di rumors provenienti dai miei contatti nelle trading room italiane e internazionali. E’ il pensiero degli operatori professionali, che a volte può essere completamente diverso dall’operatività indicata che è frutto dell’analisi tecnica del mio metodo per quello specifico giorno. I commenti vanno invece intesi e interpretati come “sentiment” dell’operatore professionista in una ottica temporale più ampia.

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